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sabato 23 dicembre 2017

Milan, Donnarumma: ecco tutta la verità di quelle lettere

Gigio si lamentò delle pressioni, ma un mese prima della firma. La crisi di settembre solo per la clausola. E l'idea di riunire il portiere al fratello Antonio (con 1 milione di ingaggio annuo) fu di...


Carlo Laudisa, sulla Gazzetta di oggi, ricostruisce la querelle Donnarumma attraverso lettere, dichiarazioni, raccomandate, post social, impegni e clausole dei protagonisti: il portiere e i suoi legali, Raiola, Mirabelli, Fassone. Insomma, un caso intricatissimo. Intanto, così scrive Laudisa, Gigio ha detto il vero quando via social afferma: "Non ho mai detto né scritto di aver subito violenza morale quando ho firmato il contratto". Il diciottenne milionario (6 milioni l'anno) ha firmato il rinnovo con il Milan l’11 luglio scorso, mentre la raccomandata dei suoi legali che lamentava l’atteggiamento "vessatorio del club" risaliva a un mese prima, 14 giugno: quando le polemiche sovrastavano il dialogo con la società per il prolungamento. La richiesta di risoluzione invece è di fine settembre ed è legata al mancato deposito della doppia clausola (da 40 milioni senza coppe e da 70 con la Champions). 
Gigio Donnarumma, 18 anni.  
La ricostruzione Verso la fine dello scorso campionato, in un'atmosfera che si faceva sempre più tesa per via dei tifosi che contestavano Gigio (anche col lancio in campo degli ormai famosi "dollarum"), la famiglia Donnarumma incaricò l’avvocato Vittorio Rigo di contestare al club la responsabilità di quella situazione, veniva esposta "la prostrazione psicologica di Donnarumma, che non poteva non avere una ricaduta sulla sua salute e personalità morale". Concetti poi esposti in prima persona da Mino Raiola poco prima di comunicare la decisione d’interrompere la trattativa, chiedendo di tutelare la serenità del suo assistito. In realtà, nelle settimane successive la famiglia maturò l’idea (lanciata da Mirabelli) di riunire Gigio al fratello Antonio (con 1 milione di ingaggio annuo). Così il 6 luglio Raiola e Fassone si stringono la mano per l’atteso accordo. 

La clausola Sulla parola venne anche definita la doppia clausola (40 e 70) che, però, non vide la luce in contemporanea con la firma del contratto. Le parti si lasciarono con l’impegno di risolvere la questione in breve tempo. Ma non fu così. A fine settembre quindi l’avvocato Vittorio Rigo torna a scrivere e stavolta chiede "di depositare entro 10 giorni" quell’accordo con la minaccia di chiedere la risoluzione del contratto. In realtà non accade nulla. Poi, la querelle diventa di dominio pubblico e il relativo polverone fa alzare di nuovo la temperatura. Eppure Raiola e Fassone stanno cercando una strada per trovare una soluzione.  

 

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